IL FORAGING COS’È
a cura di Roberta Scarazzato, Robidigusto
Tradotto dall’inglese, il foraggiamento è ricerca di risorse di cibo selvaggio, ovvero raccogliere erbe e piante spontanee in aree naturali (boschi, foreste, prati e campi, laghi e mari, lungo gli argini dei fiumi e nelle lagune), per impiegarle poi in cucina.
Introduco questo interessante argomento partendo dal presupposto che torneremo a vivere una vita autdoor e questa è proprio un’attività dal fascino d’antan, deliziosa, che favorisce il risveglio di mente e corpo ed è in grado di rafforzare il nostro legame con la natura!
Siamo ancora nella fase di riscaldamento ma voglio subito dirvi i fondamentali:
– Nessuno nasce botanico
– Vivamente consigliato il foraging accompagnati da un esperto se non si è in grado di distinguere le erbe buone da quelle cattive.
– rispetto del territorio, è obbligatorio raccogliere solo una parte della pianta in modo da lasciarne altre sul posto per garantirne la sopravvivenza e non attingere erbe sui bordi delle strade o in zone vicine a fonti d’inquinamento
– attenersi alle leggi nazionali e regionali di raccolta
Quali e quante sono le erbe buone?
Un infinito numero
Vi segnalo le più conosciute e come usufruirne, come a dire, fare foraging senza saperlo. Ovvero, quelle di facile reperibilità, che i nostri nonni approvvigionavano con metodo consolidato, insieme alla raccolta di funghi e castagne.
Irritata dal marketing di ortaggi e frutti traslucidi ecco un elenco per un buon inizio:

Tarassaco, decotti, fiori in insalata, boccioli sotto sale
Asparago selvatico, fate vobis
Finocchietto selvatico, sughi della trinacria, maiale, pesce
Ortica, per sontuosi risotti o frittate
Aglio selvatico, fatevi un giro al parco di Monza, da sapore a insalate, formaggi, pesci
Corbezzolo, confettura, aceto, liquore
Cicoria, come non detto…
Sambuco, i fiori in pastella, possibile che il fritto faccia così male? No. Purché non si esageri.
Pratolina, le margherite, piccole e rustiche, le tritiamo e le uniamo a un formaggio fresco? Sì
Trifoglio rosa, ottimo per torte salate e pasta ripiena

Luppolo, cespitoso, morbido come un pesto!
E al mare, origano, capperi, bieta marittima…
… ma le culture millenarie traboccano di curiosità, come questa: l‘albero di natale (abete rosso) si può mangiare!
I germogli in insalata, gli aghi per un risotto dal sentore balsamico, la seconda corteccia, quella interna, la si può polverizzare e rendere farina di pino per biscotti, pane, focacce.
Per me tutto questo è meraviglioso!
E tu, conosci delle erbe dimenticate? Quale raccogli e quale utilizzi per cucinare o per fare una tisana?
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